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19 Marzo 2024
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Creta
Romanticismo
Primi decenni del 1800
 
Aspetti storici.

In Europa gli anni tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento erano stati segnati da profondi cambiamenti economici, sociali e politici: la diffusione delle industrie in Inghilterra, la rivoluzione del 1789 in Francia ed il dominio napoleonico in Europa avevano trasformato la società del Settecento.
Nell'Europa continentale i re e la nobiltà cercarono di cancellare gran parte delle innovazioni portate dalla rivoluzione francese e da Napoleone (Congresso di Vienna). Questo tentativo incontrò però l'opposizione decisa della borghesia, che richiedeva la partecipazione al governo, una maggiore libertà degli individui e la limitazione del potere dello stato sui cittadini (liberalismo).
Liberalismo e nazionalismo furono le principali componenti delle rivoluzioni che scoppiarono nella prima metà del secolo in gran parte dell'Europa (1820-1821, 1830, 1848).
Nell'età della Restaurazione nasce il movimento del Romanticismo.
Nasce in Germania, come reazione al predominio della cultura francese, illuministica e classiccheggiante (movimento dello Sturm und Drang).
Si estende poi a tutta l' Europa, toccando ogni campo della cultura, con vari aspetti assai diversi tra di loro.
Nella musica si hanno fra gli altri Chopin e Beethoven.
Nella letteratura Manzoni e Leopardi.
I pensatori romantici scoprono che l'uomo è un mistero ben più grande di quanto gli illuministi hanno creduto: progresso scientifico e tecnico, libertà politiche e benessere economico non bastano per renderlo felice.
L'uomo, secondo i romantici, è inquieto e desidera compiere gesti grandi e nobili, ispirandosi ai valori e ai sentimenti della terra in cui è nato.
Nessun uomo si deve accontentare di piccole cose, tutti devono lottare per ottenere, anche con azioni eroiche, il massimo di felicità e di libertà.
I romantici vedono violate la libertà e l'indipendenza dei popoli e vogliono una cultura libera da ogni vincolo politico.
Poeti, pensatori e artisti si schierano dalla parte degli oppressi e contribuiscono molto a generare il nuovo concetto di nazione e ad alimentare l'amor di patria.


Aspetti artistici.

Cessa l' ammirazione per la bellezza serena e perfetta, ma fredda e priva di emozioni, delle opere classiche; si desidera qualcosa di più vivo, più umano; gli artisti romantici si esprimeranno in maniera molto più tormentata, ma più umana.
Il primo posto nei pensieri dei romantici è riservato ai caldi sentimenti, alle forti emozioni e alle ardenti passioni, al mistero.
La parte irrazionale dell'uomo (il "cuore") prende il sopravvento su quella razionale (il "cervello") illuminista.
E' esplicito il loro sostegno nei confronti del popolo. Quasi tutti i romantici partecipano alle insurrezioni dei primi decenni del 1800.

Nella pittura, gli artisti romantici toccano sostanzialmente tre temi: paesaggistico, politico e sociale.
POLITICO
Vengono rappresentati moti rivoluzionari in maniera emozionante e toccante. Il quadro che rappresenta nel miglior modo questo filone è
" La libertà che guida il popolo " di Eugene Delacroix. In esso è particolarmente evidente una significativa allegoria (Delacroix ha voluto rappresentare la libertà utilizzando l' immagine di una donna). La luce, anche in questo caso, è misteriosa, cupa e ricca di sfumature. Questa tecnica fu usata pure da Francisco Goya.
PAESAGGISTICO
I romantici, nei loro magnifici paesaggi, scelgono gli aspetti più duri e aspri della natura rendendola maestosa e "potente". Inoltre comparavano l'uomo (eroico) con la forza della natura, di fronte alla quale egli è impotente.
Esempi caratteristici sono La zattera della Medusa di Gericault e Il viandante sul mare di nebbia" di Friedrich, che raffigurano in modo emblematico la sfida uomo-natura.
SOCIALE (Realismo)
Alcuni pittori, per la prima volta, rappresentano persone umili, semplici lavoratori "fermati" nei gesti più comuni.
E' significativo a questo punto sapere che Millet, uno dei maggiori esponenti di questo movimento, era in realtà un contadino.
Uno fra i dipinti più conosciuti è L'Angelus di Millet

Artisti ed opere.

Caspar D. Friedrich
1810
olio su tela - 95x75 cm
Amburgo, Kunsthalle
VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA
L'uomo raffigurato di spalle sarebbe un funzionario dell'amministrazione forestale sassone e colonnello di fanteria. Si tratterebbe, dunque, di un quadro commemorativo. Si direbbe infatti che la vetta rocciosa della montagna assuma il significato del termine della vita, dove la possibilità di spaziare con lo sguardo su lontananze infinite, ma avvolte da nebbie impenetrabili, può alludere alla visione dell'aldilà. Ma il rapporto tra uomo e natura appare qui capovolto, sia compositivamente sia concettualmente, rispetto a come l'artista lo aveva rappresentato nel Monaco davanti al mare. La figura è infatti al centro dell'immagine e ci appare in una posizione "dominatrice" rispetto alla natura. L'uomo di spalle è dipinto come una silhouette scura in controluce, di cui non si vede il volto e con la quale lo spettatore si direbbe invitato a identificarsi: il suo punto di vista, infatti, coincide esattamente con quello dello spettatore.

Theodore Gericault
1819
olio su tela - 491x716 cm
Parigi, Louvre
LA ZATTERA DELLA MEDUSA
Si tratta dell'opera certamente più famosa di Gericault, esposta al Salon nel 1819 ancora non del tutto finita. La scena, raffigurante l'avvistamento dell' "Argus" da parte dei naufraghi mostra un graduale crescendo di emozioni che vanno dalla disperazione alla falsa speranza. In un primo piano un uomo siede meditando tristemente tra i morti; dietro di lui altri sopravvissuti si girano, l'uno dopo l'altro, per guardare l'orizzonte; due sventolano le loro camicie, ma la nave alla quale sono rivolti i loro gesti non è che un punto indistinguibile in mezzo all'agitarsi delle onde. La scelta di rappresentare in una vasta scala un soggetto del genere, che fino ad allora era stato svolto solo in un piccolo formato, fece pensare ai sostenitori del governo e agli artisti di tendenza classicista che Gericault intendesse attaccare sia la tradizionale gerarchia accademica sia la struttura sociale recentemente restaurata, tanto che il quadro finì con l'essere generalmente considerato un'allegoria politica.

Jean Francois Millet
1857/59
olio su tela - 55x66 cm
Parigi, Musee d'Orsay
L'ANGELUS
E' l'opera che consacra definitivamente la celebrità di Millet: la scena raffigura una coppia di contadini che, al suono delle campane, interrompono il loro lavoro e si riuniscono in preghiera. La tela ha un carattere intenzionalmente funebre. "L' "Angelus", ha scritto Millet, è un quadro che ho fatto pensando come, lavorando nei campi, mia nonna non mancasse, sentendo suonare la campana, di farci fermare il lavoro per recitare l'Angelus per quei poveri morti, molto devotamente e con il cappello in mano". La caratterizzazione delle due figure è l'elemento chiave per intendere il senso del dipinto: benchè entrambe abbiano un atteggiamento raccolto, con la testa china, è la donna che a mani giunte sembra pregare, mentre l'uomo attende col cappello in mano che lei abbia finito. Ciò sta a indicare che la religiosità della vita familiare era legata soprattutto al ruolo della donna. Anche la forca, piantata nel terreno vicino all'uomo, e la carriola, dietro la donna, evidenziano la diversità dei ruoli: all'uomo compete tradizionalmente il dovere di provvedere col proprio lavoro alo sostentamento della famiglia, alla donna quello di raccoglierne e amministrarne i frutti.

Eugene Delacroix
1830
olio su tela - 260x329 cm
Parigi, Louvre

LA LIBERTA' CHE GUIDA IL POPOLO
E' certamente la più nota immagine della Rivoluzione parigina del luglio 1830 e la più famosa rappresentazione artistica della Rivoluzione. Delacroix scrisse: "Ho cominciato un tema moderno, una barricata…e, se non ho vinto per la patria, almeno dipingerò per essa". La figura della Libertà è stata paragonata a una donna del popolo, per vivacità e vitalità: un tale accostamento implica un genere di realismo che ripugnava a Delacroix, il quale contamina liberamente il modello femminile "volgare" con quello "nobile". La tela fu acquistata da Luigi Filippo per essere esposta al Museo Reale del Lussemburgo, dove rimase esposta pochi mesi. Dopo la Rivoluzione del 1948 fu di nuovo visibile per alcune settimane. Nel 1861 divenne accessibile al pubblico in modo permanente.

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