Il dadaismo o dada è un movimento nato a Zurigo, nella Svizzera neutrale.
Nasce inizialmente come protesta contro la barbarie della Prima Guerra Mondiale.
Il movimento rifiuta gli standard artistici attraverso opere che erano contro l'arte stessa.
Il dadaismo ha inoltre messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell'epoca: ha proposto il rifiuto della ragione e della logica, ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l'umorismo.
La ragione e la logica infatti avevano lasciato alla gente gli orrori della guerra, e l'unica via di salvezza era il rifiuto della logica per abbracciare l'anarchia e l'irrazionale.
Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creare utilizzando tutti i materiali e le forme disponibili.
Secondo i dadaisti stessi, il dadaismo non era arte, era anti-arte.
Tentava, infatti, di combattere l'arte con l'arte.
Per ogni cosa che l'arte sosteneva, Dada rappresentava l'opposto.
Se l'arte prestava attenzione all'estetica, Dada ignorava l'estetica; se l'arte voleva lanciare un messaggio attraverso le opere, Dada tentava di non avere alcun messaggio; se l'arte voleva richiamare sentimenti positivi, Dada offendeva.
Niente è arte per cui tutto è arte; non c'è più l'artista ma chiunque realizza un qualcosa realizza un'opera d'arte, dato che quel qualcosa è unico al mondo e nessuno tranne chi l'ha realizzato avrebbe potuto crearlo.
Fra i maggiori esponenti del movimento abbiamo Tristan Tzara (colui che definì i principi del DADA), Hans Arp, Marcel Duchamp, Man Ray.
Perchè DADA?
« Dada non significa nulla. »
(Manifesto Dada del 1918, di Tristan Tzara)
L'origine della parola Dada non è chiara; esistono varie interpretazioni.
Molti credono che il termine sia un nonsense, che non significhi nulla.
Altri ancora asseriscono che l'origine del nome sia una parola scelta a caso dai fondatori in un dizionario.
In ogni caso, volendolo tradurre letteralmente, in russo significa due volte sì; in tedesco due volte qui; in italiano e francese costituisce una delle prime parole che i bambini pronunciano, e con la quale essi indicano tutto: dal giocattolo alle persone.
Ready Made
Il termine indica opere realizzate con oggetti reali e comuni, presentati come opere d’arte.
I «ready-made» sono un’invenzione di Marcel Duchamp, il quale inventa anche il termine per definirli che in italiano significa «già fatti», «già pronti».
I «ready-made» nascono ancor prima del movimento dadaista, dato che il primo «ready-made» di Duchamp, la ruota di bicicletta, è del 1913.
Essi diventano per i dadaisti uno dei meccanismi di maggior dissacrazione dei concetti tradizionali d'arte.
In pratica, con i «ready-made» si rompe il concetto per cui l’arte è il prodotto di una precisa attività manuale dell'artista.
Opera d’arte poteva essere qualsiasi cosa: concetto che porta a concludere che nulla è arte.
Il valore dei «ready-made» era solo nell’idea, nel fatto di decontestualizzare un oggetto comune, di dargli un nuovo significato.
Abolendo qualsiasi valore alla manualità dell’artista, l’artista, non è più colui che sa fare cose con le proprie mani, ma colui che sa proporre nuovi significati alle cose, anche per quelle già esistenti.
Opere.
Ruota di bicicletta
Marcel Duchamp
1913
ready-made
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
Fontana
Marcel Duchamp
1917 (replica 1964)
ready-made
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
L.H.O.O.Q.
Marcel Duchamp
1919
riproduzione e pennello
The Israel Museum, Gerusalemme
Dono
Man Ray
1921
assemblaggio
The Israel Museum, Gerusalemme